1 punto nelle ultime 4 partite, 3 goal realizzati (2 su rigore ed 1 su calcio da fermo) e 12 reti subite. Dopo la magica striscia di 9 risultati utili consecutivi è questo il bilancio dell’Avellino targato Walter NovellinoUn ruolino di marcia magro di soddisfazioni, che ha ridotto a soli 4 punti il distacco dalla quintultima e che, con la sentenza di primo grado in arrivo, rischia di far sprofondare i Lupi in zona retrocessione diretta.

L’entusiasmo nato in seguito al trittico di vittorie contro le squadre venete (Verona, Cittadella e Vicenza), che aveva portato i più ottimisti ad accarezzare il sogno play-off, è tristemente svanito. A spezzare l’incantesimo è riapparso lo spettro della retrocessione, tratto distintivo dell’era Toscano. Adesso tocca a Novellino trovare il bandolo della matassa e capire quale meccanismo si è inceppato.

Inutile girarci intorno. La stagione dell’Avellino ci ha insegnato che la salvezza è raggiungibile coniugando tre componenti tecnico-tattiche imprescindibili:

1) Aggredire la partita - A 10 gare dalla fine del torneo e con la mannaia della penalizzazione, i biancoverdi necessitano di 15 punti (occorrono necessariamente 5 vittorie). Un obiettivo difficilmente, realizzabile con due linee di difesa e centrocampo schiacciate al limite della propria area di rigore; sarebbe più proficuo spostare il baricentro della squadra 50 metri in avanti, pressando i palleggiatori della squadra avversaria e cercando di recuperare il possesso a 30 metri dalla porta nemica e non nella propria metà campo difensiva.

2) Azzerare le gerarchie - Ciò che più sorprende in questa fase è l’approccio rinunciatario alle partite. Fatta eccezione per la sfida di La Spezia, la squadra ha sempre subito goal nei primi 20 minuti di gioco; frutto sia di una impostazione tattica molto difensivista, sia della performance di alcuni calciatori scarichi non solo mentalmente ma anche fisicamente. A questo punto, le gerarchie vanno necessariamente azzerate: la salvezza dell’Avellino va anteposta alla riconoscenza verso chi è stato autore della striscia di risultati utili consecutivi.

3) Federico Moretti -  Inutile illudersi, Moretti è l’unica luce in un tunnel chiamato centrocampo. La salvezza passa necessariamente per i suoi piedi ed il suo estro: con il regista genovese la palla circola molto rapidamente, la manovra è più fluida, meno prevedibile e anche i compagni di reparto acquistano maggiore sicurezza. Recuperare il miglior Moretti, in tempi brevi, aumenterà notevolmente le chances di permanenza in cadetteria.

In occasione del match vinto contro l’Andria, nell’anno della promozione in serie B, nella Sud campeggiava uno striscione dal contenuto eloquente: “Questo è il momento di non mollare…più di prima bisogna lottare”. Sarebbe il caso che la squadra facesse proprio questo messaggio: la piazza biancoverde (ieri a Terni l’ennesima dimostrazione) non merita certe prestazioni ma soprattutto non merita una retrocessione in una categoria oltremodo degradante per il blasone irpino…

 

di Angelo Aurigemma

 

Foto: http://legab.it/

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