La prodezza del San Nicola, il calvario dell’infortunio, il confino in panchina. Tutto finito. Tutto archiviato. Come d’incanto Gigi Castaldo è riemerso dall’oblio degli inferi con una naturalezza sfolgoranteIl mister può finalmente contare sul leader indiscusso della rosa, il trascinatore carismatico in grado di sovvertire l’abbrivio di ogni sfida al di là del risultato. L’impiego col contagocce non ha minato il talento del granatiere biancoverde, che contro il Frosinone capolista ha infranto l'incantesimo con una rete salvifica. In barba alla carta d’identità ingiallita. Contro ogni ragionevole previsione del più ottimista dei tifosi.

E pensare che Gigi, nonostante la squalifica di Ardemagni, è subentrato solo in corso d’opera (al 31’ della prima frazione) al posto del deludente Moretti. Una mossa inaspettata, dettata sia dall’esigenza di apportare correttivi ad un modulo di partenza oltremodo cautelativo, sia dalla mancanza di alternative in panca.

Il numero 10 di Giugliano, Irpino ad Honorem, in cadetteria non è secondo a nessuno per generosità, propensione al sacrificio, audacia, estro. Peculiarità fondamentali in un campionato ricco di insidie come la B. Per non parlare dell’ecletticità: Castaldo, al momento, è l’unico elemento in squadra capace di coesistere simultaneamente con i partner d’attacco ArdemagniVerde ed Eusepi. Una freccia in più per Novellino.

CONTRO IL CARPI  Il ritorno alla rete di Castaldo ha cancellato il passato e trasfigurato il futuro. Lo svantaggio al Matusa avrebbe tranciato di netto le speranze anche del più visionario dei sognatori. L’Avellino, invece, ha avuto il merito di guerreggiare sino al fischio finale senza alcun timore reverenziale, agguantando un pareggio tutto sommato meritato. Era importante incamerare almeno un punto e dare continuità al cammino dopo la vittoria casalinga contro la Spal.

Non c'è tempo per festeggiare: sabato si torna in campo al Partenio, contro la mina vagante Carpi. Un incontro che fondamentale ai fini della salvezza.

I Lupi sono obbligati a vincere, al fine  vanificare gli effetti dell’imminente penalizzazione. Che sia la partita della svolta?

 

di Maurizio de Ruggiero

 

 

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