Spartito diverso, risultato favorevole. Per informazioni chiedere al Novara, travolto a domicilio da un Avellino finalmente corsaro, protagonista di una gara perfetta. Se non conoscessimo la qualità dei biancoverdi parleremmo di risultato meramente casuale, figlio della fortuna e padre della contingenza. Non lo faremo. Narreremo di una vittoria storica (la prima in assoluto al Piola), meritatissima, innescata da una partenza al fulmicotone e sublimata dal cambio di modulo operato da Novellino.

Fuori Suagher, Bidaoui e Marchizza, Il trainer irpino ha schierato, a sorpresa, entrambe le punte, estromettendo dall’undici titolare anche Morosini. Un’autentica manna dal cielo per Ardemagni, doppiettista per corrispondenza che ha capitalizzato la spizzata di Asencio (finalmente in campo da titolare) ed il cross chirurgico del redivivo Molina. Proprio l’impiego simultaneo dei due attaccanti, come previsto, ha divelto la retroguardia avversaria che per motivi numerici non ha potuto esercitare il solito raddoppio di marcatura dedicato ad Ardegol. Come d’incanto l’Avellino, sin dalle prime battute, ha guadagnato progressivamente la profondità confinando gli avversari nella propria metà campo, annichiliti dalla supremazia territoriale irpina.

Il Novara, infatti, eccezion fatta per una punizione velenosa di Ronaldo, non ha mai impensierito Radu, protetto da un Kresic in grande spolvero. Ottima prova di Rizzato, reduce da due turni di inattività e sempre puntuale nelle diagonali. Per non parlare di Ngawa, protagonista di una gara accorta, condita da pregevoli interventi in marcatura. Più che la prestazione dei singoli, tuttavia, stupisce l’approccio temerario della squadra che dopo il deludente risultato contro il Venezia è scesa in campo con il chiaro intento di strappare i tre punti come mai era successo quest’anno.

ASSA FA DIO - Merito soprattutto del mister che contro i piemontesi ha deciso finalmente di modificare il modulo di partenza approntando lo stesso sistema tattico proposto nel secondo tempo della sfida col Brescia (4-4-2). Un sistema di gioco letale contro le difese a quattro e sicuramente più congeniale alle caratteristiche dei calciatori rispetto all’improduttivo 4-4-1-1 (in fase offensiva si trasformava in 4-2-3-1). I più attenti ricorderanno che anche a Cremona, Novellino, aveva inserito il secondo centravanti (Asencio) solo in corso d’opera e l'incisività dell'attacco era cambiata radicalmente. Considerate le premesse appariva controproducente incaponirsi gettando nella mischia un solo goleador per poi vanificare i copiosi cross delle ali  (consegnando Ardemagni alle difese nemiche). Anche perché, questa squadra, con gli uomini giusti al posto giusto può fare risultato su qualunque campo cadetto.

Ci sono volute due sconfitte di fila (Cremonese e Cesena) ma i Lupi, contro un avversario di buona caratura, hanno finalmente infranto il tabù trasferta sfoderando la migliore prestazione della stagione. Con la prima vittoria esterna, l’Avellino vola a quota dieci punti ed approda all’olimpo dei play off. Adesso bisogna dare continuità alla striscia positiva ed azzerare l’euforia in vista del prossimo impegno contro l’Empoli di Vivarini, reduce da un'inaspettata sconfitta in casa. Un nuovo appuntamento per continuare a sognare. Con la prospettiva di un dolce risveglio primaverile...

 

di Maurizio de Ruggiero

 

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