Ennesima rimonta subita, altra vittoria dilapidata. I lupi impattano col Cesena (1-1) al culmine di una gara meno interessante della campagna elettorale. Nulla di nuovo, si dirà. Tutto come da copione, ok. Ma c’è qualcosa di inusuale a spezzare la monotonia del grigio post gara avellinese. E’ lo sfogo di mister Novellino, letteralmente ammattito al cospetto di Domenico Zappella, reo di aver divulgato in diretta una considerazione sibillina (ma neanche tanto) di un tifoso in collegamento telefonico.

“Non sa gestire il vantaggio e i risultati, la colpa è sua”, questa la frase (inoppugnabile) della discordia. Un’esternazione legittima, figlia della delusione; uno dei tanti commenti elaborati dai supporters irpini. Peccato che l’intemperante tecnico di Montemarano, palesemente seccato, abbia repentinamente dribblato le domande abbandonando l’intervista sul nascere, tacciando l’incredulo cronista di arroganza e presunzione. Un atteggiamento inspiegabilmente nevrotico, soprattutto da parte di un veterano come Novellino, abituato a ben altre pressioni emotive.

Nelle fasi successive, il mister ha rincarato la dose invitando la stampa ad ingaggiare un altro allenatore. La domanda sorge spontanea: se Novellino non è disposto a sopportare le mozioni di tifosi e giornalisti perché ha accettato di guidare una piazza così intransigente? Possibile che nessuno, a fronte dei risultati deludenti, possa muovere critica alcuna senza essere insultato? Quando s’invitano i giornalisti a “prendere” un altro tecnico si danno per scontate le dimissioni o si pretende l’esonero sic et simpliciter (senza rinunciare allo stipendio)?

 

L'AZIENDALISTA RIBELLE - Inutile girarci intorno: Novellino, imbavagliato dal lauto ingaggio (250.000 Euro annui), ben prima dell’inizio del campionato ha accettato supinamente tutte le scelte della società (giuste o sbagliate che fossero) senza colpo ferire. Taccone ha preferito ricoprire d’oro l’allenatore pur di evitare fastidiose ingerenze sulle scelte dei calciatori in sede di mercato.

Adesso non ha senso prendersela con chi è giustamente deluso dai risultati. Sarebbe preferibile lavorare sul campo con l’obiettivo di limitare il più possibile i cali di tensione della squadra. Una squadra priva di personalità, incapace di gestire il pallone in caso di vantaggio e facile preda delle rimonte avversarie (di certo non per colpa dei tifosi).

L’Avellino, contro il Cesena ai punti avrebbe meritato l’intera posta in palio. Ha creato più occasioni, ha colto un palo ed era privo di diversi interpreti in ruoli chiave. Ma si è fatto rimontare all’ultimo secondo sull’unico vero tiro in porta degli avversari. Una costante che rischia di compromettere irrimediabilmente il campionato. E’ qui che deve lavorare l’allenatore. E’ qui che deve incazzarsi mister Novellino. Nella speranza di raggiungere l’ennesima, sudata salvezza. To be continued…

 

di Maurizio de Ruggiero

 

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