Bari, Salernitana, Pescara, Perugia, Frosinone, Carpi, Foggia, Cesena: no, non è una lezione di storia, tantomeno di geografia: sono le rimonte subite dall’Avellino nella stagione in corso. Otto indizi fanno sicuramente una prova: la compagine irpina difficilmente riesce a gestire il vantaggio. Basta spulciare le statistiche per rendersi conto che soltanto in 4 occasioni l’Avellino sia riuscito a portare a casa un punto (Perugia, Frosinone, Carpi e Cesena), mentre nelle restanti partite (Bari, Salernitana, Pescara e Foggia) è tornato con le pive nel sacco. Se i biancoverdi avessero vinto la metà degli incontri citati si troverebbero in piena zona play off (a soli 4 punti dalla vetta). In un campionato così livellato -fatta eccezione per Empoli, Frosinone e Palermo dove il valore tecnico delle squadre è molto simile- lavorare sui dettagli può cambiare una stagione.

Purtroppo l’Avellino sembra avere difficoltà ad invertire questa tendenza. Una tendenza che nelle ultime partite si sta riproponendo con una frequenza allarmante. Oramai, ad ogni vantaggio, i tifosi sembrano assistere ad un film visto e rivisto, di cui conoscono a memoria le singole battute, finanche le espressioni degli attori: la squadra abbassa il baricentro, con le due linee di difesa e centrocampo a ridosso dell’area di rigore; con la conseguenza di lasciare campo e pallino del gioco agli avversari. Un circolo vizioso che porta puntuale allo svarione difensivo che “regala” il goal. In più di un’occasione è capitato che dopo la prima rete subita la squadra si sia disunita dando l’impressione di essere un pugile all’angolo, in balia del contendente ringalluzzito.

 

LA CURA - Cosa devono fare i Lupi per guarire dalla “rimontite” cronica che li attanaglia? Sicuramente migliorare nel fraseggio: il giro palla aiuterebbe la difesa a non essere costantemente sotto pressione e permetterebbe, in alcuni frangenti, di “addormentare la partita”. È evidente che per questa soluzione serva un pieno reintegro nel progetto tecnico di un giocatore come Moretti (che Novellino qualche settimana fa aveva messo alla porta) oltre al recupero degli infortunati (Castaldo e Gavazzi su tutti). Altro aspetto su cui lo staff tecnico deve lavorare è la velocità e la qualità nel ribaltare l’azione, nel trasformare la transizione da difensiva in offensiva. Anche in considerazione della velocità di Bidaoui (il rientro è previsto a breve) unita alla capacità dei centrocampisti nel seguire la manovra. Un’inversione totale di tendenza che dovrà ripresentarsi ad ogni vantaggio dell’Avellino. Con l’auspicio che la “rimontite” diventi presto un lontano ricordo…

 

di Angelo Aurigemma

 

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