11/07/2018 | 09:31

Con Juan Cuadrado ha in comune solo il nome. E neppure quello, forse. Anche perché Marcos Curado, di mestiere, fa il difensore. Linea a tre o a quattro poco importa. Conta sudare, vincere e battagliare. Una vita in trincea nei campi di mezza Argentina con la camiseta dell’Arsenal de Sarandì, squadra dell’omonima città (Sarandì), sobborgo del “Partido de Avellaneda”, uno dei tanti agglomerati urbani che gravitano attorno a Buenos Aires. 78 gare giocate (spalmate in 3 stagioni), 24 cartellini gialli e 2 reti siglate nella Primèra Division, la massima categoria nazionale: un bottino di guerra di tutto rispetto per un ’95

LA FORMULA - I dirigenti biancoverdi si sono assicurati le prestazioni del calciatore dopo una trattativa sotterranea imbastita dai colleghi del Genoa, intenzionati a far acclimatare gradualmente il calciatore al campionato italiano partendo proprio dalla serie cadetta, sponda Avellino. I buoni uffici con Fabrizio Preziosi (rinsaldati dagli affari Izzo, Omeonga, Biraschi, Morosini, Asencio) hanno giocato un ruolo fondamentale ai fini della conclusione dell’operazione, perfezionata già sabato mattina ma ostacolata dall’interessamento di altre compagini di A. L’ormai ex numero 2 dell’Arsenal Fùtbol Club arriva in prestito secco dai Grifoni (che lo hanno acquistato a titolo definitivo per cinque milioni di Euro) e resterà in Irpinia fino al termine stagione.

ELEMENTI DISTINTIVI - Curado è un difensore coriaceo. Tignoso. Arcigno. Figlio del “Barrio”. Uno che spegne passioni e ambizioni degli avversari limitandone l’impeto con recuperi da fondista e tackle flessuosi densi di “garra charrúa”, pietra miliare dei sudamericani. Rapido e possente (1,87 cm) al tempo stesso, abilissimo in marcatura stretta e dotato di una buona impostazione che gli consente di giocare da centrale in una difesa a tre, oltre nel canonico schieramento a quattro. Gli osservatori internazionali segnalano anche un ottimo senso della posizione e la peculiarità di indietreggiare alla stessa velocità dell’attaccante lanciato a rete temporeggiando in attesa dell’intervento. Più che sufficiente anche la tecnica di base, corroborata da un destro molto interessante.

Un bel colpo per i Lupi forti della conferma (momentanea) di Ngawa e Migliorini e dell’ingaggio del portiere Di Gregorio. Curado era il tassello che mancava, elemento imprescindibile nel 3-5-2 di stampo Marcoliniano. Un calciatore, checché se ne dica, di grande temperamento in grado di disimpegnarsi, all’occorrenza, anche da terzino destro. Alla squadra mancava una pedina eclettica, capace di impostare l’azione dalle retrovie ed ammorsare i reparti. Lo staff tecnico sembra aver trovato le risposte che cercava nel giovane argentino tutto grinta e tacchetti. Intanto il calciomercato ferve. La stagione è alle porte. Una cosa è certa: sarà un Avellino al…Curado. I tifosi aspettano solo di vedere all’opera il mister X.

 

di Maurizio de Ruggiero

 

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