26/07/2018 | 01:20

“La nostra esclusione figlia della tua presunzione… Taccone buffone”. Questo il contenuto di uno striscione (dal sapore retrò) esposto poche ore fa sulla ringhiera del fossato del carcere borbonico. La spaccatura è evidente. Lapalissiana. Forse insanabile. Anche se la delibera con la quale è stata respinta l’iscrizione della società dovesse essere dichiarata illegittima, l’impressione è che comunque vada, la contestazione della torcida sarà inestinguibile. Uno scenario impronosticabile fino a due mesi fa, quando il presidente banchettò gaudente al “Que Sabroso”, in occasione della festa salvezza. C’erano molti Ultras (non tutti) e la serata, complice l’esito positivo della sfida di Terni, filò liscia come l’olio.

ROPPO CHIUOPPITO - Domanda: se la Curva si fosse ridestata con qualche anno di anticipo, l’Avellino vivrebbe questa situazione grottesca? Forse no. Con il fiato sul collo della tifoseria e della stampa (spesso compiacente) Taccone avrebbe agito in modo diverso. Invece il patron ha operato indisturbato e complice il silenzio assenso delle componenti ha fatto semplicemente ciò che voleva. Nessun presidente dell’US ha goduto di questo privilegio. Taccone ha cambiato la storia. Ma adesso sarà la storia a cambiare Taccone...

 

di Maurizio de Ruggiero

 

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