24/08/2018 | 08:48

Non potrebbero essere più lontani. Il sole e la luna. Il fuoco e l’acqua. Il mare e la montagna.

Il vecchio presidente abbandonato dai giannizzeri e il nuovo timoniere adulato dalla stampa. Eppure sono lì, spalla a spalla a giocarsi un posto in Serie C. Strano ma vero. Perché Gianandrea De Cesare lo scorso 9 Agosto ha vinto “il bando di assegnazione” del titolo (ereditato da una società mai morta) ed è intenzionato più che mai a dare vita ad una polisportiva di respiro europeo partendo, perché no, proprio dalla terza serie. Il tutto mentre Walter Taccone, assistito dai legali di Marinelli, starebbe tramando nell’ombra del silenzio cercando di invalidare la procedura Comunale per poi sfruttare lo slittamento dell’inizio dei tornei, in ottica ripescaggio.

SCENARI - Una notizia (se confermata) che avrebbe del clamoroso. Un fulmine a ciel piovoso che scompaginerebbe sogni e attese. L’ex patron, orgoglioso come pochi, non ha mai preso in considerazione l’ipotesi di far fallire l’A.S. Avellino 1912. Sarebbe un’onta intollerabile per chi ha scelto di continuare a vivere la città come se nulla fosse successo. Ed è qui che casca l’asino: un’eventuale iscrizione consentirebbe al Tacco di far risorgere il sodalizio tirando a bordo anche Preziosi e Marinelli, scartati dal sindaco Ciampi. Così De Cesare si ritroverebbe spalle al muro, prigioniero di una società appena nata, sprovvista, peraltro, di logo e denominazione storica (difficilmente ottenibili a stretto giro).

E i tifosi? Parteggerebbero per la società che hanno sostenuto (e poi rinnegato) fino a poche settimane fa? O sceglierebbero l’ibrido "Sidigassiano"? Impossibile pronosticarlo. Di sicuro il tifo di Avellino (una città di sole 54.000 anime) vivrebbe una nuova frammentazione che si sostanzierebbe in uno scenario da manicomio criminale: da un lato il manipolo di "Uessini" ancorati alla vecchia matricola dissoltasi nel 2009; dall’altro gli anti Taccone legati a De Cesare, vogliosi di rinascere con una società solida e sullo sfondo i proseliti del vecchio (o nuovo, fate voi) A.S. Avellino, ormai orfano della denominazione. Il tutto mentre la Ssd Avellino sta affannosamente cercando di reperire calciatori in un arco temporale estremamente ristretto.

CHE ZEZA - Solo Dio sa come andrà a finire. Azzardare pronostici è impossibile e si rischia la figuraccia del secolo. L’unica certezza è che Il valzer dei ripescaggi è subordinato inderogabilmente alla pronuncia del 7 Settembre del Collegio di Garanzia presieduto da Frattini che dovrà decretare il numero delle squadre partecipanti alla cadetteria. Se il Coni dovesse ripristinare il vecchio format (22 al posto delle attuali 19 come disposto da Balata) ci sarebbe l’impellenza di riempire i posti vacanti in C (sarebbero 4 in totale). In questo quadro si inseriscono le richieste dell’Avellino di Taccone - che dovrebbe a questo punto sperare in un atto di autotutela da parte della Figc - e quelle di Bari, Cesena, Messina, Taranto e Ssd Avellino. Quattro posti per sei pretendenti, con il Partenio che rischia seriamente di ospitare due squadre biancoverdi per la prima volta nella storia. E voi per quale Avellino tifereste?

 

di Maurizio de Ruggiero

 

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