Cessione doveva essere e cessione è stata: Mokulu approda finalmente a Frosinone, dopo una telenovela sfiancante, quanto scontata.

I Lupi liberano un’altra casella, in una sessione invernale fondamentale ai fini della salvezza. Una salvezza, raggiungibile solo con l’acquisto di pedine abili a siliconare le falle di una rosa sguarnita dalla cintola in giù.

Il PUNTO - Incurante delle trattative, il canovaccio “mercataro” veleggia senza intoppi: D’Attilio, Diallo, e Molina sono stati ceduti. Cocco è in arrivo, Laverone pure e Gucher sembra aver sciolto definitivamente le riserve. Se le strategie appaiono definite, le cifre, così come per gli incassi al botteghino, restano un mistero insoluto. E se solo Dio conosce gli importi esatti della cessione di Trotta al Sassuolo e di Biraschi al Genoa (le cifre fluttuano di giorno in giorno), per Mokulu, il discorso, sembrerebbe essere diverso. Totalmente diverso.

LE CIFRE – In caso promozione nella massima serie, in ragione di accordi tra le parti redatti per iscritto, i ciociari sarebbero obbligati a riscattare il Belga alla mostruosa cifra di un milione e duecentomila Euro netti. Una plusvalenza gigantesca (l’ennesima, se confermata), soprattutto se rapportata al prezzo di acquisto del cartellino ed al rendimento dell’atleta, ormai a secco dallo scorso torneo. Qualora, invece, il Frosinone dovesse fallire l’aggancio alla A, vi sarebbe semplice diritto di riscatto fissato a seincentomila Euro netti.

Un bivio, in ogni caso, altamente remunerativo per la società biancoverde. Un’operazione, se confermata, che assumerebbe i tratti di capolavoro finanziario. Nessuna commistione, invece, come trapelato in questi giorni, tra l’acquisto del pacchetto Gucher- Cocco (in presito secco, con la corresponsione parziale dell'ingaggio a carico dei laziali) e la cessione dell’ex panzer biancoverde.

Mokulu e il Frosinone: due destini che si uniscono sotto un’unica bandiera confluendo in un’unica entità. Adesso i ciociari hanno un simpatizzante in più. Che sia proprio Walter Taccone? Ai posteri l’ardua sentenza. La “cerza” dalle ghiande d’oro è già pronta a stupire…

 

di Maurizio de Ruggiero

 

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