Che l’agguato subito da Luca Toni e dal presidente Scaligero Maurizio Setti, sia un

atto esecrabile, non vi è dubbio alcuno. E mai vi sarà. Che i vigili urbani di Avellino siano stati, in passato, forti con i deboli e deboli con i forti è un fatto ugualmente noto. Noto anche ai cani randagi. Vediamo perché.

Tra un vetro fracassato ed una fuga ben riuscita, la diatriba dialettica tra aggrediti e dormienti in divisa appassiona. Divide. Sconvolge. C’è chi esulta, magnificando le gesta di un manipolo di balordi (che non rappresentano l'intera tifoseria) accanitisi su un’auto piantonata nel traffico; e chi, in diretta radiofonica, si rammarica dell’ennesima figuraccia mediatica della piccola Avellino. Ma c’è un "Fil Rouge" che lega il campione del mondo 2006 e gli agenti annonari irpini. Un preoccupante cordone massificante, che tutto unisce e nulla schiaccia: è la logica del tornaconto, dell’utilitarismo provinciale, della cura maniacale del proprio orticello.

Il bomber di Pavullo, icona pop della Sud veronese, nelle due stagioni vissute da calciatore e in quella da vicepresidente, non si è mai dissociato dai consueti cori razzisti dei supporters "Butei". Mai una presa di posizione ufficiale. Mai un ammonimento ufficioso. Mai un cazzo. Sono proprio le provocazioni dei suoi ultras; le immonde invettive sui social (guarda la foto a fine articolo); i beceri riferimenti a tragedie naturali che hanno cagionato morte e miseria; la totale assenza di sentimenti riguardo il dolore e la memoria delle vittime del sisma ad aver esacerbato gli animi della piazza biancoverde. O, più precisamente, di uno sparuto gruppo di cani sciolti.

A beneficio della chiarezza, qualora ci fossero dubbi, ribadiamo che nessuno, per qualsiasi motivo al mondo, ha il diritto di distruggere un’autovettura. Nessuna forma d’istigazione, diretta o indiretta può giustificare un’aggressione. Ma i veronesi, checchè se ne dica, sono gli ultimi a poter cicalare di civiltà e spirito sportivo: è come se un militante dell’Isis discettasse di pace e perdono Cattolico. Un "nonsense" da guinnes. Un paradosso sesquipedale.

Critiche a parte saremo sempre grati a Luca Toni: ha portato gli italiani sul tetto del mondo e dispensato lustro ad una nazione intera. Non possiamo operare commistioni tra un pubblico ufficiale omertoso ed un dirigente calcistico alle prime armi: ma il nostro bomber ha sempre voltato la faccia dall’altra parte. Proprio come i vigili. Proprio come chi, in ossequio all’agnosticismo obnubilante, preferisce il comfort della convenienza, alla scure della verità…

 

di Maurizio de Ruggiero

 

 

                                                                         Commenti Butei sui social.

 

 

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