E ora tocca ad Angelo Ferullo, ex presidente del Latina calcio. Il “Caronte di Anzio”, affarista e speculatore che un giorno si mise in testa di entrare nell’U.S Avellino. L’accordo saltò ad un passo dal lieto fine (fatale il dietro front di De Sarlo) ma le parti non hanno mai smesso di negoziare. Adesso, stando alle vociferazioni trapelate nelle ultime ore, dovremmo essere alle battute finali di una telenovela (‘na ciofeca) lunga mesi.

COME E QUANDO – Entro il 15 Novembre, Ferullo, acquisterà il 15% delle quote e ricoprirà, da subito, la carica di Amministratore Delegato. L’ingresso in società sarà propedeutico ad ottemperare alle scadenze di dicembre e a garantire parte delle spese correnti. E, così a gennaio, l’ex numero uno pontino rileverà ulteriori quote (15%) per un importo pari al 30% complessivo. Ferullo, sfrutterà i primi mesi in società per sondare il terreno e se otterrà le dovute garanzie, a giugno potrebbe acquistare nuove quote (40%) attestandosi al 70% globale, detronizzando, di fatto, Walter Taccone.

Un impegno oneroso, soprattutto per un imprenditore che non presenta dichiarazione dei redditi da oltre due anni e che risulta, allo stato, nullatenente. Considerate le premesse è difficile credere che Ferullo possa gestire in prima persona una società di serie B come l’Avellino; oberata, tra l’altro, da passività che hanno scoraggiato finanziatori ben più solvibili (D’Agostino e Gubitosa, senza considerare le fantomatiche cordate). Qualcosa non torna. Qualcosa non quadra.

FIL ROUGE – Stando alle indiscrezioni raccolte da Uncalcionelsedere, Ferullo, si avvarrebbe della collaborazione dell’immobiliarista Armando Aprile, già noto agli ambienti Avellinesi per l’assidua presenza alle aste fallimentari ed in costante contatto col sottobosco locale. Un’ascesa piena zeppa di omissioni, depistaggi, false verità, complicità sotterranee, rapporti incestuosi tra prestanomi e yes men. Al punto che dietro il rimpasto delle quote ci sarebbe anche un affermato dirigente Italiano già leader di due società sportive: Claudio Lotito, legato a Ferullo e Taccone da una passione per l’arte e i quadri moderni.

Un affresco dolente figlio di alleanze e accordi di potere. Un ginepraio degno di "Beautiful" che porterà, con ogni probabilità, anche all’esautorazione di De Vito in luogo di Ceravolo e Leonardi (sigh) e all’esilio a fine campionato di mister Novellino (inviso a Ferullo per l’approccio tattico retrogrado). A breve, salvo sorprese, calerà il sipario su una telenovela che ha tenuto col fiato sospeso migliaia di tifosi biancoverdi. Cosa si nasconde dietro l'atteso "pactum sceleris"? Possibile che Taccone preferisca cedere le quote ad “imprenditori” non irpini dal curriculum, peraltro, acquitrinoso? Possibile che il presidente voglia snaturare a tal punto la propria creatura? Che ne sarà dell’Avellino? Lo scopriremo solo…soprav-vivendo.

 

di Maurizio de Ruggiero

 

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